San Gregorio Barbarigo. Fonti e ricerche

 

 

 

VI

 

P. Pampaloni, Gregorio Barbarigo alla Corte di Roma (1676-1680). Lettere familiari e di governo.

Istituto per la Storia ecclesiastica padovana, Padova 2009, CLXX+790 pp.

Euro 50,00

 

 

vol. 6

 

Il volume prosegue la pubblicazione del cospicuo epistolario barbadiciano a cura dell’Istituto per la Storia ecclesiastica padovana nella collana “San Gregorio Barbarigo - Fonti e ricerche”. Esso contiene 398 documenti fra lettere (393) ed allegati (5) relativi al lungo soggiorno romano di Gregorio Barbarigo, cardinale e vescovo di Padova, che lo portò ad essere assente dalla diocesi dal 27 luglio 1676 a fine febbraio 1680: un lungo periodo di residenza a Roma motivato, solo inizialmente, dalla partecipazione al conclave indetto a seguito della morte di papa Clemente X.
Si tratta del materiale manoscritto conservato nei tomi 1163-1165 e 1177 del Fondo Barbarigo - già nell’archivio del Seminario Patriarcale di Venezia - oggi annesso alla locale Biblioteca dello Studium Generale Marcianum, più quello del tomo E 139 presente nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
Nel complesso delle missive edite la più parte (309) sono del Barbarigo stesso: inviate a familiari - il padre Gianfrancesco o il fratello Antonio senatori della Repubblica di Venezia - al doge Alvise Contarini e ad altri organi di governo veneziani, al vicario generale Alessandro Mantovani e ad altre persone. Ci sono poi scritti inviati al Barbarigo: dal doge, dal Senato veneto, dal senatore Giulio Giustinian, dai cardinali Alderano Cibo e Pietro Ottoboni, da Agostino Favoriti (con monitori al Portogallo, al personale dell'ambasciatore veneziano Girolamo Zeno, a familiari dell’ambasciatore di Spagna). Completano il tutto 52 lettere dei principali collaboratori del cardinale a Roma: Giuseppe Carlotti e Marco Antonio Zollio - futuro vescovo di Crema - dirette ad Antonio Barbarigo, più un’altra degli “Anziani d’Ancona” con allegato il “Constituto” del capitano di una tartana arrestata nei pressi di Zara da “legni” veneziani.
In un primo momento, in tutta questa corrispondenza, prevalgono argomenti che riguardano soprattutto l’area ecclesiale padovana - conduzione a distanza della diocesi, vertenza con i monaci di S. Giustina, controversia con i canonici della cattedrale, questioni sull’arcidiaconato di Piove di Sacco, ecc. - dissidi che, per una loro soluzione a suo favore, Gregorio Barbarigo faceva assegnamento sull’amicizia e la reciproca stima col pontefice neoeletto Innocenzo XI. Ma non sono da trascurare diverse problematiche con l’Università di Padova, compresi interventi relativi al caso di Elena Lucrezia Piscopia prima donna laureata nel mondo.
Successivamente diviene tema dominante l’intensa attività diplomatica svolta dal Barbarigo, tra notevoli difficoltà ed opposizioni, nel vano tentativo di riannodare i rapporti tra Innocenzo XI e la Serenissima, rapporti incrinati e, poi, interrotti a seguito dell’allontanamento da Roma, per decisione del papa, degli ambasciatori Antonio Barbaro e Girolamo Zeno. In questa fase molte lettere recano nomi cifrati, regolarmente sciolti per facilitare la lettura ma con rinvio ad apposita appendice per il cifrario e per la stesura originale dei testi più complessi.
Naturalmente un cos“ ampio epistolario presenta anche ad altri motivi di interesse e di possibile approfondimento; basti accennare: agli apprezzamenti, pur con qualche riserva, sull’avvio del nuovo pontificato, ai contrasti presenti tra le diverse personalità di Palazzo e Curia pontifici, alle mire politiche di vari Stati sull’Italia, agli avvertimenti sull’incombente pericolo ottomano, ai numerosi cenni su liti in corso anche oltre il territorio padovano, all’interessamento per nomine o trasferimenti episcopali (come, ad es., per i neoeletti Marco Antonio Barbarigo ed il predetto Zollio, nonché per Pietro Lion vescovo di Ceneda), all’attenzione per situazioni di bisogno comprese quelle di presbiteri in prigione, alle informazioni - spesso curiose - sulla pratica medica del tempo, all’importanza di possedere la nazionalità veneziana, ecc.. Indubbiamente un quadro che fornisce molte indicazioni non solo sulla storia della Chiesa ma anche su quella della politica europea nel tardo Seicento. 

Il volume, dopo una prefazione di Liliana Billanovich docente all’Università di Padova, si apre con un ampio saggio introduttivo del curatore che evidenzia i principali percorsi di lettura dell’epistolario e si sofferma a trattare le questioni più rilevanti emerse; concludono l’opera l’indice dei mittenti e destinatari e quello dei nomi di persona e di luogo.

 

powered by FreeFind